IL DENTISTA PORDENONE
Il fluoro in gravidanza
L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha accertato l'importanza di una corretta integrazione del fluoro durante la gravidanza a partire dal quarto mese, ossia da quando nel feto comincia a formarsi la gemma dentale, per rendere più forti e sani sia i denti da latte che i denti permanenti del bambino. Inoltre se la mamma ha assunto la giusta percentuale di fluoro nel corso della gestazione, nei primi tempi è consigliato non somministrare al neonato integratori a base di fluoro fino almeno al sesto mese. Il fluoro si può assumere dalla gravidanza fino a 6 anni, mediante compresse reperibili in farmacia. Si determina così una riduzione dell'incidenza della carie dell' 80%. L'integrazione deve essere iniziata nel quarto mese di gravidanza, a partire da quando inizia nel dente embrionale la formazione dell’organo dello smalto e della dentina. Per questo l’efficacia del fluoro è massima durante la formazione di scheletro e denti, mentre diminuisce in età adulta
La necessità di un intervento preventivo precoce è evidente analizzando i risultati ottenuti in 40 anni di fluoroprofilassi. Nessuno studio ha evidenziato che la fluoroprofilassi precoce sia inutile. Al contrario, molte ricerche effettuate in Europa e oltreoceano mostrano che esiste una reale capacità dello ione fluoruro di oltrepassare la barriera placentare e distribuirsi a livello fetale, intervenendo nei processi di formazione tessutale dentale. La letteratura ha chiaramente evidenziato che la barriera placentare consente la diffusione di fluoro per via ematica da madre a feto in concentrazioni ematiche di fluoro fino a 0,25 mg /l. Oltre tali concentrazioni essa funziona da filtro attivo e respinge al mittente quantità superiori. Non tutto il fluoro che la futura mamma assume, perciò, arriva al feto. Un’ ampia serie di studi dimostra che su 1 mg di fluoro somministrato alla mamma, quello che arriva al feto è circa un quarto:
0,25 mg attraversano la placenta
0,25 mg si depositano nelle ossa della madre
0,50 mg vengono eliminati dall’organismo materno per escrezione renale, azzerando qualsiasi rischio di sovradosaggio.
Di conseguenza, il nascituro assume una dose sovrapponibile a quella che comincerà ad assumere dopo le due settimane di età. È dimostrato che la somministrazione di 1 mg di fluoro alla mamma, grazie al filtro placentare, non è assolutamente in grado di determinare una fluorosi; al contrario, molti studi hanno documentato che i bambini nati da madri che hanno effettuato la fluoroprofilassi in gravidanza hanno sia i denti decidui che i permanenti più sani di quelli nati da madri che non hanno assunto il fluoro. Lo studio ha preso in considerazione un gruppo di donne incinta che, durante il secondo e terzo trimestre di gravidanza, ha assunto supplementi di fluoruro di sodio in forma di tavolette insieme all'acqua. I risultati hanno dimostrato che il 97% della prole di queste donne non aveva assolutamente alcuna carie per i primi dieci di vita. I bambini, inoltre, non hanno avuto visite mediche a causa di effetti collaterali causati dal trattamento prenatale.
Per quanto riguarda la realtà italiana, un’esperienza condotta in Friuli indica che il 95 per cento delle donne arriva al parto avendo assunto fluoro in gravidanza. In effetti, la donna gravida è molto più attenta alla propria salute proprio in funzione della salute del bambino, oltre ad avere una percezione maggiore del beneficio che può garantire al proprio figlio attraverso una corretta igiene orale. Una mamma con gengive e denti sani trasmette una maggior protezione anche al suo bambino. E' molto importante, infatti, sottolineare che la concentrazione di popolazioni batteriche (in primo luogo lo Streptococcus mutans e Sobrinus) responsabili della patogenesi della carie dentale nella saliva del bambino è direttamente proporzionale alla concentrazione di tali popolazioni nella saliva materna e che la tendenza ad ammalarsi di carie nel bambino, perciò, è tanto più grave e precoce quanto peggiore è lo stato di salute dentale della mamma