lunedì 15 luglio 2013

Filo Interdentale - Come si usa?

Che cos’è il filo interdentale?

Nella battaglia contro carie ed infezioni dei denti, l'utilizzo adeguato del filo interdentale aiuta indubbiamente a preservare la piena salute dei denti, rimuovendo in profondità i residui di cibo e lo strato colloso di placca incuneato tra i vari elementi dentali.
Filo Interdentale, Come si usa?Il filo interdentale dev'essere utilizzato sempre in associazione a spazzolinodentifricio e colluttorio, altri importantissimi (ed insostituibili) strumenti dell'igiene dentale domiciliare.

Quando utilizzare il filo interdentale?

Che il filo interdentale si debba utilizzare almeno una volta al giorno e preferibilmente alla sera è oramai risaputo. Ciò che desta ancora qualche perplessità è in quale momento utilizzarlo. A tale proposito, il pensiero degli esperti si divide in due:
  • Alcuni autori consigliano di passare il filo tra i denti prima della spazzolatura con spazzolino e dentifricio: il filo, rimuovendo placca e residui di cibo annidati tra i denti, permette ai principi attivi della pasta dentifricia (es. fluoro o agenti sbiancanti) di raggiungere anche le fessure interdentali.
  • Altri specialisti suggeriscono di utilizzare il filo solo dopo aver spazzolato i denti: così facendo, partendo dal presupposto che lo spazzolino abbia già rimosso un certo quantitativo di sporco, viene facilitata l'azione del filo interdentale.
Ad ogni modo, ciò che conta veramente non è tanto l'utilizzo del filo interdentale prima o dopo la pulizia con lo spazzolino, quanto piuttosto un'adeguata modalità d'uso ed un costante impiego dello stesso. Vediamo, dunque, come si utilizza correttamente il filo interdentale.

Modo d'uso

Per sfoggiare un sorriso invidiabile e denti sani e forti, è importante - nonché indispensabile - dedicare quotidianamente e più volte al giorno alcuni minuti del proprio tempo alla pulizia dei denti. Se lo spazzolino dovrebbe essere utilizzato almeno tre volte al giorno ed immediatamente dopo i pasti, il filo interdentale può essere passato tra i denti anche solo una o due volte nell'arco della giornata.
  • È bene ribadirlo ancora una volta: ciò che è importante è utilizzare regolarmente il filo in modo adeguato.
Di seguito sono riportate per punti le principali regole per un utilizzo impeccabile del filo interdentale:
  1. Tagliare un segmento di filo interdentale (aiutandosi con l'apposita lima inserita nel contenitore del rocchetto) della lunghezza di 30-40 cm
  2. Avvolgere entrambe le estremità del filo interdentale attorno al dito medio (si consigliano due giri), afferrando il filo teso con i pollici e gli indici
  3. Premere delicatamente il filo sulla sottile fessura interdentale, avendo cura di tenerlo teso e ben saldo
  4. Successivamente, abbracciare il dente con il filo formando una sorta di C. Far scivolare il filo verso il basso (verso l'estremità della corona del dente), imprimendo sempre un certo attrito fino a pulire il dente anche al di sotto del margine gengivale. Così facendo, il filo interdentale agisce come una lama, "tagliando" e rimuovendo la placca.
Il movimento dev'essere deciso ma nel contempo delicato per evitare di lesionare od irritare la gengiva. Ricordiamo, inoltre, che ogni volta che s'inserisce il filo in uno spazio interdentale, le superfici da pulire sono due; pertanto, è necessario passare il filo in entrambe le parti.
  1. Ogni qualvolta si estrae il filo per pulire il dente successivo, è indispensabile utilizzare una parte pulita del nastro.
  2. Ripetere la procedura in tutti i denti. Si suggerisce di iniziare a passare il filo interdentale a partire dai denti posteriori, terminando con i molari del lato opposto.
  3. I denti posteriori (primi e secondi molari e, se presenti, denti del giudizio) possono causare qualche difficoltà durante l'igiene con il filo interdentale. Nel caso la pulizia fosse particolarmente complicata a causa, per esempio, di affollamento dentale o denti storti, è possibile ricorrere all'ausilio di strumenti differenti - come le forcelle tendifilo od il filo interdentale vibrante - che permettono di facilitare la manovra.
Dopo aver pulito tutti i denti con il filo interdentale, si suggerisce di sciacquare abbondantemente la bocca con il colluttorio, meglio se arricchito in fluoro. Il colluttorio, oltre a rinfrescare la bocca, migliorare l'alito e rinforzare lo smalto dentale, favorisce l'eliminazione dei frammenti di placca o cibo rimossi con il filo.


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Il Dentista Pordenone


giovedì 11 luglio 2013

COME SI PULISCONO I DENTI?

COME SI PULISCONO I DENTI?

  • Come si spazzolano i denti?

Ci sono diverse tecniche di spazzolamento, ognuna più adatta ad un tipo di bocca o di 
problematica, ma una tecnica semplice è indicativamente buona un po’ per tutti:

tieni lo spazzolino a 45 gradi rispetto all'arcata e parti dalla gengiva, spazzola seguendo 
la lunghezza del dente venendo verso le cuspidi (punte). In questo modo dovrai spazzolare 
l’ arcata superiore dall'alto al basso ,e l’ inferiore dal basso verso l’alto.
Completa la pulizia spazzolando le superfici masticanti.


  • Per quanto tempo?

Almeno due minuti


  • Pulisce meglio lo spazzolino elettrico o il manuale?

Se utilizzati nel modo corretto è stato valutato che lo spazzolino elettrico rimuova più 
placca.
Ma se uno compra lo spazzolino elettrico pensando di fare meno fatica o metterci meno 
tempo , vorrà dire che spazzolerà peggio e non servirà molto il cambiamento.


  •  Ogni quanto va cambiato lo spazzolino?

Ogni due tre mesi , quando vedi che le punte delle setole sono rovinate.
Alcuni spazzolini hanno l’ indicatore colorato.
Se devi cambiare lo spazzolino più spesso perché si rovina subito , allora vuol dire che 
spazzoli con troppa violenza: attenzione perché anche i denti si rovinano!

lunedì 8 luglio 2013

L'impianto dentale

Che cos'è un impianto dentale?
L'impianto dentale è una soluzione alternativa alla tradizionale corona, al ponte e alla protesi. L'impianto dentale consente una sostituzione del dente naturale, unendo il comfort e la sicurezza di una terapia dentale tradizionale. Da più di 20 anni gli impianti hanno contribuito a migliorare la qualità della vita dei pazienti.

Come funziona?
Un impianto dentale è una piccola radice di titanio che con un semplice intervento chirurgico viene inserito nella mascella o nella mandibola al posto della radice del dente naturale mancante. Dopo la fase di guarigione, quando intorno all'impianto si è formato nuovo osso (osseointegrazione), il dentista procederà alla protesizzazione dell'impianto posizionando au questo la nuova struttura dentale del tutto simile a quella naturale per funzione ed estetica.

Quali sono i benefici?
La scelta di un trattamento con impianti dentali offre numerosi vantaggi:
  • Mantenere l'anatomia: quando si estraggono dei denti naturali, l'osso tende a ritirarsi ed una cattiva guarigione ossea può ridurne il volume e cambiare la struttura facciale. L'impianto può aiutare a prevenire la perdita d'osso così da mantenere la struttura facciale intatta.
  • Mantenere integri i denti naturali adiacenti: gli impianti dentali sono una soluzione a lungo termine, e più valida rispetto ad un ponte, perchè non pregiudica i denti sani adiacenti, evitando la limatura necessaria per l'inserimento del ponte, per uno o più denti di una protesi parziale. I denti sani naturali non vengono perciò compromessi.
  • Indolore, sicuro: gli impianti dentali sono saldamente ancorati all'osso perciò la protesi non scivola nè si muove. Questo elimina alcuni dei tipici problemi delle protesi dentarie, compresi la scarsa adattabilità, le irritazioni alle gengive ed i dolori da compressione.
In che cosa consiste il posizionamento di un impianto?
Il processo per l'inserimentodi un impianto dentale è costituito da una fase chirurgica ed una fase protesica per un periodo di tempo che varia dai 3 ai 9 mesi.
  • Diagnosia/terapia: dopo una anmsesi medica accurata ed una attenta valutazione clinica si potrà iniziare il trattamento.
  • Fase iniziale: il dentista inserisce con anestesia locale nella struttura ossea l'impianto dentale. Segue una fase di guarigione di qualche mese durante il quale il nuovo osso formato, aderirà alla superficie dell'impianto ancorandolo.
  • Seconda fase: ad osseointegrazione avvenuta il dentista, dopo aver preso un'impronta, prepara e posiziona una protesi o un vuovo dente definitivo sull'impianto.
  • Igiene appropriata: il successo dell'impianto dentale richiede un'accurata e sistematica igiene orale come per la dentatura naturale.


mercoledì 3 luglio 2013

LA FLUOROPROFILASSI SECONDO LA COCHRANE LIBRARY



...prima di iniziare: cos'è la COCHRANE LIBRARY?

La Cochrane Library è il prodotto della Cochrane Collaboration. E' pubblicata trimestralmente e include:

-revisioni regolarmente aggiornate sull'efficacia della assistenza sanitaria;
-valutazioni e abstracts strutturati di revisioni sistematiche pubblicate sulle maggiori riviste;
-informazioni bibliografiche su oltre 446.000 studi clinici controllati;
-un manuale, un glossario ed altre referenze sulla metodologia delle revisioni sistematiche;
-informazioni sui Gruppi Collaborativi di Revisione ed altre entità della Cochrane Collaboration
-riferimenti a Internet per ulteriori informazioni sull'efficacia degli interventi sanitari.



●Raccomandazione 1 
La considerevole prevalenza della patologia cariosa nella popolazione infantile italiana 
suggerisce di considerarla tutta a rischio di carie. 
Forza della raccomandazione A 
Grado dell’evidenza VI 
L’elevata prevalenza della patologia cariosa nella popolazione infantile italiana recentemente 
rilevata (Campus et al., 2007) ci porta a valutare l’intera popolazione come potenzialmente a 
rischio di carie e come tale bisognosa di interventi preventivi di tipo estensivo (Tinanoff et 
al., 2002; Källestål et al., 2003; De Grauwe et al., 2004). 

●Raccomandazione 2 
La fluoroprofilassi deve essere consigliata per tutti i soggetti in età evolutiva che vivono in 
aree con acqua a basso contenuto di fluoro (< 0,6 ppm). 

Forza della raccomandazione A 
Grado dell’evidenza I 
    Sottoraccomandazioni 
 La fluoroprofilassi può iniziare dal terzo mese di gravidanza con la 
 somministrazione alla madre di 1 mg/die. 

Forza della raccomandazione C 
 Grado dell’evidenza VI 
 La mancanza di solidi dati scientifici di efficacia non consente una 
 raccomandazione più forte. 
Fluoroprofilassi 0-6 mesi: è possibile somministrare 0.25 mg/die o continuare la 
 somministrazione di 1 mg/die alla madre che allatta. 

Forza della raccomandazione B 
 Grado dell’evidenza VI 
La fluoroprofilassi raggiunge la massima efficacia dopo l’eruzione dei denti. 
La costante presenza di adeguate concentrazioni di fluoro nel cavo orale riduce 
significativamente il rischio di carie (Leroy et al., 2003; Levy, 2003; Marinho et al., 2003; 
Twetman et al., 2003; Weintraub, 2003; Douglass et al., 2004; Marinho et al., 2004a; 2004b; 
Peterson et al., 2004; Twetman et al., 2004; Jones et al., 2005; Yeung et al., 2005; Adair, 
2006; Hiiri et al., 2006). 

I principali meccanismi d’azione del fluoro sono: 
a) rinforzare la struttura cristallina dello smalto con formazione di fluoroapatite (Leroy et al., 
2003; Yeung et al., 2005; Jones et al., 2005; Adair, 2006). Linee guida nazionali per la promozione della salute orale e la prevenzione delle patologie orali in età evolutiva 11
b) favorire la remineralizzazione dello smalto demineralizzato (Leroy et al., 2003; Levy, 
2003; Lewis e Milgrom, 2003; Jones et al., 2005); 
c) effetto antimicrobico, soprattutto su Streptococcus mutans, diminuendone la capacità di 
adesione ai tessuti orali e i tempi di moltiplicazione (Jenkins et al., 1993). 

La somministrazione di fluoro per via sistemica è indicata per tutti i bambini fino a 3 - 6 anni 
di età che vivono in aree in cui la concentrazione dell’oligoelemento nelle acque è < 0,6 
ppm, cioè la quasi totalità, ad eccezione delle aree vulcaniche. Inoltre, in Italia, il consumo di 
acque minerali sostituisce in buona parte quello dell’acqua potabile. Esse riportano 
sull’etichetta la concentrazione di fluoro che di solito è inferiore a 0,6 ppm. Per di più, quelle 
a concentrazione di fluoro più elevata sono, di solito, di gusto non gradito ai bambini. 
Tale metodica di somministrazione è l’unica che assicura il controllo della dose realmente 
assunta in questa fascia di età: la capacità dei bambini di non ingerire significative quantità di 
dentifricio e/o di altri veicoli (es. collutori) non è sicura, né valutabile. 

●Raccomandazione 3 
La somministrazione di fluoro per via sistemica è raccomandata per tutti i soggetti dai 6 
mesi ai 3 anni e costituisce l’unica forma di somministrazione (vedi tabella 2). 

Forza della raccomandazione A 
Grado dell’evidenza I 
A quest’età, la fluoroprofilassi topica tramite dentifrici può esporre a rischio di 
sovradosaggio. 
E’ possibile estendere la fluoroprofilassi sistemica fino ai 6 anni adeguando la dose (Kumar 
and Moss, 2008) (vedi tabella 2). 

Tabella 2: Dosaggi per la somministrazione di fluoro 
Età <0,3 ppm F 0,3-0,6 ppm F >0,6 ppm F 
Dal 3° mese di gravidanza 1 mg 1 mg 0 
0-6 mesi 0,25 mg 0 0 
6 mesi - 3 anni 0,25 mg 0 0 
3-6 anni 0,50 mg 0,25 mg 0 

●Raccomandazione 4 
La somministrazione di fluoro per via topica attraverso l’uso di paste dentifrice a basso 
contenuto di fluoro (500 ppm) è raccomandata dai 3 ai 6 anni, due volte al giorno. Dopo i 
6 anni, l’uso di un dentifricio contenente almeno 1000 ppm di fluoro due volte al giorno è 
di fondamentale importanza nella prevenzione della carie e può costituire l’unica forma di 
somministrazione. 

Forza della raccomandazione A 
Grado dell’evidenza I 
La quantità raccomandata di dentifricio per i bambini sotto i 6 anni deve essere minima, pari 
alla grandezza di una lenticchia. Perché il corretto dosaggio sia rispettato è indispensabile la 
supervisione di un adulto; in nessun caso il dentifricio dovrà essere lasciato all’uso autonomo 
del bambino. Seguendo queste indicazioni, il rischio di fluorosi è decisamente raro, in ogni 
caso, nullo dopo gli 8 anni (Levy, 2003). E’, comunque, importante sottolineare che all’età di Linee guida nazionali per la promozione della salute orale e la prevenzione delle patologie orali in età evolutiva 12
5 anni, per sviluppare fluorosi, è necessario ingerire per lunghi intervalli di tempo il 50% del 
contenuto di un tubetto di dentifricio per bambini (Rock e Sabieha, 1997). Oltre questa fascia 
di età è consigliato l’uso di un dentifricio contenente almeno 1000 ppm di fluoro (Marinho et 
al., 2003). 

Per i pazienti con un rischio di carie elevato (vedi tabella 1), sono necessarie misure 
preventive addizionali, come ulteriori prodotti a base di fluoro (Axelsson et al., 2004; Harris 
et al., 2004; Jonhnson, 2004; Marinho 2004a; 2004b; Petersson et al., 2004). Sarà compito 
dell’odontoiatra pediatrico prescrivere, valutando caso per caso, il mezzo di 
somministrazione più idoneo e la concentrazione di fluoro da utilizzare, dopo aver valutato il 
rischio microbiologico con tecniche adeguate. 

Linee Guida Ministero della Salute

IL DENTISTA PORDENONE

martedì 2 luglio 2013

LA PAURA DEL DENTISTA

La paura del dentista: l'odontofobia
L'odontofobia è stata riconosciuta dall'Organizzazione mondiale della Sanità come una vera e propria malattia, definita anche come Paura del Dentista che riguarderebbe circa il 20% della popolazione.

Questa patologia, porta il paziente a rimandare continuamente le cure odontoiatriche avvalendosi di terapie farmacologiche che risolvono il problema solo temporaneamente, andando incontro ad una perdita progressiva della masticazione ed ad una compromissione estetica
I pazienti odontofobici, ossia coloro che hanno paura del dentista, generalmente oltre ad un disagio fisico per l'assenza di trattamenti specifici, soffrono psicologicamente il disagio di non avere un bel sorriso. Ciò incide notevolmente sulla qualità di vita con perdita di autostima e di fiducia in se stessi.


CAUSE ODONTOFOBIA
  • Traumi psicologici radicati in esperienze odontoiatriche avute in passato
  • Paura del dolore
  • Paura del sangue
  • Paura degli strumenti utilizzati
  • Paura dell'ago
  • Disagio nel mostrare le condizioni della propria bocca

MANIFESTAZIONI ODONTOFOBIA
  • Arrivo in largo anticipo all'appuntamento
  • Atteggiamento irrequieto in sala d'attesa caratterizzato da un repentino cambio di posizione sulla sedia

  • Continue domande sulla propria situazione orale e sul trattamento da eseguire
  • Eccessiva sudorazione
  • Tachicardia
  • Rossore del volto
  • Pallore del volto
  • Tremore
  • Nausea

CONSIGLI:

  • RIMUOVETE LE ESPERIENZE PASSATE
  • ANDATE "DA CHI VI FIDATE",recatevi da un dentista che vi fa sentire a proprio agio!
  • LA VERGOGNA E' ASSURDA, non vergognatevi affatto della vostra fobia!
  • TRASPARENZA COL MEDICO, il dentista è un essere umano dotato di sentimenti!! Parlategli del vostro problema in modo che sappia come meglio aiutarvi.
  • CERCARE DI CAPIRE, cercate di capire assieme le causa in modo da affrontarle.
  • PROGRAMMATE GLI APPUNTAMENTI
INFINE......
recatevi almeno due volte l'anno dal dentista, in modo tale da poter curare i problemi in fase iniziale ed avere meno stress, inoltre si subiscono interventi meno invasivi! 

lunedì 1 luglio 2013

IL DENTISTA PORDENONE: Studio Dentistico Odontoiatra Dario Del Ben

IL DENTISTA PORDENONE: Studio Dentistico Odontoiatra Dario Del Ben

La Sindrome da Biberon

Tale sindrome provoca la comparsa di carie a rapida evoluzione anche nei bambini più piccoli, dunque dobbiamo prenderci cura della loro igiene orale da subito, oltre ad avere delle sane abitudini alimentari.
Infatti, sono proprio le cattive abitudini, come somministrare bevande zuccherate (camomilla, latte con miele, latte e biscotto ecc.) per favorire il sonno del bebè a causare tali danni ai denti da latte.
Purtroppo molti genitori si vedono "costretti" ad utilizzare questi metodi per tranquillizzare il bambino o per alimentare i piccoli più inappetenti, dimenticandosi che durante il sonno la salivazione si riduce e svolge solo in parte il suo ruolo anti carie, in questo modo i denti non bagnati dalla saliva alimentano i batteri che provocano le carie. 
Ecco perché nella maggior parte dei casi i denti distrutti dalle carie sono generalmente i superiori frontali e gli inferiori posteriori.

COME PREVENIRE LA SINDROME DA BIBERON?

  • abolire le cattive abitudini alimentari
  • avere cura dell'igiene orale del bambino fin dai primi mesi 
  • insegnare appena possibile ad utilizzare lo spazzolino
  • assumere fluoro già dal terzo trimestre di gravidanza e poi continuare con gocce o pastiglie fino all'eruzione dei denti permanenti
I DENTI DA LATTE SONO "MINACCIATI" DALLE CARIE TANTO QUANTO QUELLI PERMANENTI: investire tempo in questo tipo di prevenzione permetterà di salvare tempo, soldi e soprattutto di evitare fastidi, e traumi in futuro al bambino!